La svolta dell'idillio by Blasucci Luigi

La svolta dell'idillio by Blasucci Luigi

autore:Blasucci, Luigi [Blasucci, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filologia, Critica letteraria, Saggi
ISBN: 9788815335722
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2017-09-14T22:00:00+00:00


Il primo centenario leopardiano (1898) fu contrassegnato da un memorabile evento editoriale: la pubblicazione dello Zibaldone in sette volumi. Avvenimenti di questa sorta, è ovvio, non si ripetono. Pure, non si può dire che questo secondo centenario sia rimasto a mani vuote nel settore editoriale: volendo un po’ largheggiare sulle date di scadenza, farei rientrare in quest’area cronologica le due riedizioni dello Zibaldone, quella critica in tre volumi a cura del compianto Giuseppe Pacella (Milano, Garzanti, 1991) e quella fotografica in dieci volumi a cura di Emilio Peruzzi (Scuola Normale Superiore di Pisa, 1989-94), due formidabili strumenti di lavoro da adoperarsi ciascuno per le sue specifiche offerte. A queste due imprese ecco aggiungersi ora, e questa volta in perfetta scadenza di bicentenario, la tanto attesa nuova edizione dell’Epistolario in due volumi, a cura di Franco Brioschi e di Patrizia Landi, editore Bollati-Boringhieri.

Rispetto alla precedente edizione Flora (G.L., Le lettere, Milano, Mondadori, 1949) il numero delle missive leopardiane è salito da 931 a 946 (15 in più). Il testo di 77 di esse è stato controllato direttamente su autografi ignoti al Flora; quello di tutte le lettere fondate su manoscritti, come avvertono i curatori, «è stato restituito secondo criteri diplomatici, rispettando il più possibile le peculiarità del manoscritto» (p. LXII). Novità tutt’altro che irrilevanti, come si vede. Ma la vera novità rispetto all’edizione Flora è la riproduzione, là dove ne disponiamo, delle lettere dei corrispondenti. Qui il termine di riferimento per valutare le aggiunte è la remota edizione di Francesco Moroncini in sette volumi (Firenze, Le Monnier, 1934-41), nei cui confronti il numero delle lettere dei corrispondenti è salito da 1.006 a 1.023 (17 in più), distribuite tra 197 mittenti. Ma l’edizione Moroncini era da tempo introvabile; non sarà quindi espressa mai abbastanza la gratitudine dei leopardisti, e più in generale di tutte le persone colte, verso i curatori di questa edizione che in due eleganti e maneggevoli volumi ci offre le varie voci di un dialogo epistolare, ridotto a semplici monologhi del medesimo personaggio nell’edizione Flora e nelle successive da essa derivate.

Penso che la metafora teatrale (il dialogo), più ancora che quella musicale, per quanto suggestiva, adoperata da Brioschi nella sua bella introduzione (un concerto per pianoforte e orchestra, ridotto nell’edizione Flora ai soli interventi del pianoforte), sia più adatta a significare la realtà di un carteggio con più corrispondenti: innanzitutto per l’omogeneità della metafora verbale, in secondo luogo per quel tanto di drammatico che caratterizza lo svolgersi di una trama epistolare, dove ogni lettera può essere paragonata a una battuta. Ma tra i vari generi letterari la lettera (intendo la lettera privata, non la tradizionale «lettera familiare», entrata da tempo nella finzione letteraria) è la più legata a dei referenti esterni: l’identità dell’interlocutore e la stessa materia della corrispondenza. Sicché il miglior modo per intenderla, ma anche per valutarne la portata, è proprio quello di inquadrarla nel contesto delle proposte e delle risposte. È per queste elementari ragioni che l’edizione unilaterale di un carteggio è da ritenersi un’operazione in sé incompleta.



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